Inventato dal progettista newyorkese Solon Ferrer, questa posata divenne un must per i baffoni dell’alta società
Tra le suppellettili più curiose inventate per argirare gli inconvenienti derivati dall’avere baffi c’è senz’altro il cucchiaio parabaffi. Questa speciale posata è stata pensata per tutti quei gentiluomini baffuti che volevano evitare cadute di stile durante serate di gala o convivi nell’alta società. Un’ingegnosa trovata che sostanzialmente toglieva dall’impiccio di dover ricorrere continuamente al tovagliolo nel caso di portate “scomode” come zuppe, consommé o passati vegetali.
Un’esigenza d’immagine per tutti quei dandies che in età vittoriana, gli anni dell’esplosione del baffo come fenomeno di costume, volevano preservare decoro e onorabilità evitando altresì di ritrovarsi con una zuppa al sapore di cera da baffi o ancor peggio il vestito macchiato da gocce di pietanza cadute dall’inquilino peloso del viso. Un’ossessione per l’impeccabilità del mustacchio che nello stesso periodo ha prodotto, grazie all’evoluzione della tecnica, tutta quella lunga serie di ammennicoli collegati alla cura del tappetino subnasale, come tazze parabaffi, piegabaffi da notte, arricciabaffi, pettinini etc.
Intorno al 1865, lo Scientific Journal raccomandava l’uso di questo oggetto: “Quando la zuppa è servita, a meno che il commensale, a meno che non sia davvero abile nella sua opera, tende a offrire uno spettacolo davvero non invidiabile, e così questo cucchiaio anche per una piccola cena diventa un oggetto indispensabile“.
Anche alcuni trattati di galateo di età vittoriana erano dello stesso avviso come è possibile leggere nel The Habits of a Good Society di Cecil B. Hartley del 1860 in cui si trovano precise indicazione sul “bon ton dei baffi” a tavola: “…ora che hai mangiato, devi pulirti la bocca e i baffi con il tovagliolo visto che ci sono dei pezzi di pietanza appesi sui tuoi baffi e questo è davvero disdicevole” e anche quando si mangia una pietanza liquida esistono ferree regole di etichetta per non offendere i commensali: “…mentre mangi la zuppa con il cucchiaio evita tutti quegli odiosi rumori… Non pulire il piatto fino all’ultima goccia. Sarò felice di mandarti ancora zuppa; ma devo ricordarti che non è buona regola chiedere il bis costringendo gli ospiti all’attesa, è un’abitudine decisamente intollerabile ed egoistica“.
Alcuni esemplari non brevettati di cucchiaio parabaffi si fanno risalire a qualche alla prima metà dell’ottocento mentre la sua invenzione ufficiale è datata 1868 e si deve al progettista newyorkese Solon Ferrer. Nel 21 gennaio del 1873 fu invece Ellen B.A. Mitchellson a registrare con brevetto num. 135,141 (nella foto in basso), un cucchiaio parabaffi leggermente modificato rispetto al modello di Solon Ferrer come spiega la stessa descrizione dell’inventrice: …la protezione consente a chi utilizza il cucchiaio di portarlo alla bocca senza che nessuna parte del liquido venga a contatto con i baffi. La protezione si estende longitudinalmente dalla punta al manico che unisce la parte concava in modo da lasciare esposta circa la metà della superficie con un’apertura di dimensioni tali da poter essere facilmente accostato alle labbra, favorendo l’ingresso del liquido nel cavo orale a cucchiaio inclinato”.
Difficile dire cosa abbia spinto questa donna a depositare un brevetto così stravagante, probabilmente suo marito aveva dei baffoni fuori dal comune e lei forse si era stufata di smacchiare tovaglioli, camicie, tovaglie, pantaloni etc.
Negli Stati Uniti questo oggetto venne prodotto su scala industriale fino ai primi anni del ‘900 quando la moda dei baffi iniziò a declinare in concomitanza con l’esplosione dell’industria della toeletta maschile che, attraverso la pubblicità, iniziò a collegare i peli del viso – poi quelli del corpo – alla sporcizia (mai vi fu messaggio più inveritiero).
Tra le case produttrici più famose si ricordano la statunitense Reed & Barton di Taunton in Massachusetts, che commercializzò in serie il “Master Mustache Spoon” mentre in Inghilterra vale la pena menzionare la George Adams and John Round and Son, Ltd. di Sheffield e la Lias Brothers di Londra anche loro ampiamente coinvolte nel business dei cucchiai per baffoni più spesso prodotti con metallo galvanizzato (su silvercollection.eu numerosi altri esempi di cucchiai parabaffi).
Qualche anno prima del fallimento per bancarotta del 2015 la Reed & Barton aveva riproposto il suo “Master Mustache spoon”(nella foto in basso) in un’edizione speciale per collezionisti, fiutando l’affare del ritorno di moda del baffo negli anni ’80 (Tom Selleck ne avrà senz’altro fatto incetta all’epoca) e chissà se qualche industria del settore non stia pensando a rimettere sul mercato questa singolare posata vista la recente fioritura di barba e baffi.
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