Atti osceni in luogo “pubico”: condannata Deborah De Robertis

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Le perfomances di nudo “peloso” alla Casa della fotografia e alla mostra di Barbie di Parigi costano 2000€ di multa all’artista: “Volevo mostrare il vero corpo di una donna”. La sua storia e altri seguaci della lotta contro l’epilazione della cicciabaffa

deborah-de-robertisOgni tanto ci piace trattare argomenti che non sono strettamente legati ai baffi e che magari convergono su questioni concernenti il pelo e la villosità in generale seguendo un po’ la celebre massima del commediografo dell’antica Roma Publio Terenzio Afro “Homo sum, humani pili nihil a me alienum puto” (“Nulla che tratti del pelo umano mi è estraneo” più o meno era così).
Del resto abbiamo già sostenuto nel manifesto programmatico della nostra Accademia del Baffo che la campagna culturale a difesa dei baffi e del pelo in generale, che promuoviamo in queste pagine, coinvolge tanto il sesso maschile quanto quello femminile e le nostre seguaci o cicciebaffette dovrebbero ormai sapere quanto teniamo al vello di cui madre natura le ha dotate.
6451755_nue-au-musee_1000x625Proprio in tema di peli femminili ci ha fatto molto riflettere la condanna pecuniaria comminata dal Tribunale di Parigi all’artista lussemburghese Deborah De Robertis che, a seguito di due blitz artistici effettuati presso la mostra di Bettina Rheims alla casa europea della Fotografia e presso l’esposizione della bambola della Mattel Barbie al museo di Arte decorativa di Parigi, ha subito una multa di 2000 euro. Il motivo? Atti osceni in luogo pubico, ehm ehm, pardon pubblico o meglio esibizionismo (il reato contestatole in francese si chiama exhibitions sexuelles).
Monica Bellucci PomodoroLa bella trentaduenne sarebbe infatti entrata senza invito in entrambi i musei rappresentando alla casa della fotografia una rivisitazione hard di una celebre foto della Bellucci scattata dalla Rheims (v. foto sopra), vestendosi come l’attrice in latex rosso e versandosi sul seno scoperto del ketchup, mentre all’esposizione di Barbie avrebbe proposto una sua personale versione dell’iconica bambola mettendosi in testa una parrucca bionda, un vestito color carne tagliato sui seni in modo da lasciar intravedere i capezzoli e un mirken (un toupée vaginale posticcio) posto sopra alle pubende.
Incalzata dal giudice che martedì scorso la interrogava prima di emanare la sua condanna e in riferimento alla dimostrazione presso l’esposizione di Barbie, la stessa De Robertis avrebbe poi dichiarato: “Volevo mostrare il corpo di una vera donna, visto che questa bambola non ha capezzoli nè peli sul sesso“.
BarbieAl di là delle valutazioni artistiche sulle performances che lasciamo agli esperti del settore, in una società che ha da tempo dichiarato una guerra aperta a qualsiasi appendice pelosa del corpo femminile – ma da qualche anno anche maschile – queste parole della De Robertis sono autentico miele per le nostre orecchie dal momento che almeno il sottoscritto è un amante del pelo pubico femminile, naturalmente senza eccessi visto che molto più probabilmente sempre il sottoscritto è più in generale un amante della gnocca sia pelosa che glabra (spero vivamente che questo articolo non venga letto dalla mia fidanzata NdR).

epilazione-visoGià Leo Salemi, regista e produttore di erotico integrale – per gli amici, porno – di fama internazionale nonché illustre baffuto, in un’intervista esclusiva per BaffiaBuffo qualche mese fa aveva eretto una sorta di scudo irsuto a difesa del pelo femminile rilasciando un’autentica dichiarazione d’amore per la cicciabaffa: “Quando ho iniziato nel ’94, ’95 le attrici con cui ho lavorato, Mania, Francesca Rei, Naaba, Katia Cargo etc. erano tutte con il pelo. Io sono un estimatore, ho fatto un corso con Tinto Brass a Torino dove ho avuto il piacere di assistere ad un suo dibattito e l’ho sempre ammirato per le sue inquadrature e la sua regia da quando fece Io Caligola, Rosso e Nero. Poi è diventato famoso al pubblico di massa con La Chiave, Miranda etc. E’ uno a cui piace il pelo addirittura anche quello sotto le ascelle. L’unica attrice che ho trovato io dopo con un pelo fatto bene è stata Jessica Massaro quella dello scandalo con il mostro di Firenze Pacciani. Anche Moana Pozzi che moriva nel settembre del 94′ e che io conoscevo era una bella cicciabaffetta. Ultimamente ho lavorato parecchio all’estero, Budapest, Praga, Spagna, Brasile, America, il pelo non si vede più, le ciccebaffette non esistono più. Esistono solo nelle attrici che fanno film erotici. Chissà perchè i registi che fanno film erotici trovano delle ciccebaffette. Leo Salemi che le cerca come la manna non le trova e quando a qualche attrice chiedo di far crescere il pelo mi risponde picche[…] Io adoro il pelo anche perché ai tempi miei se uscivano due peli dalla mutanda era tutta figa… Oggi come oggi non c’è questo gusto e poi si possono effettuare delle riprese non indifferenti con le donne ciccebaffette”.
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Interessante rilevare come proprio lo stesso Salemi individui un cambiamento di tendenza a favore dell’epilazione intima che si è acuito progressivamente nell’arco degli ultimi venti anni. Un fenomeno che coinvolge non solo i peli pubici delle donne ma anche tutte le altre escrescenze pilifere salvando forse i capelli (ma non è possibile escludere che a breve anche questi saranno vittima dello tsunami epilatorio). Nell’ultima decade la stessa tendenza ha coinvolto anche gli uomini che sempre più frequentemente ricorrono ai centri estetici per eliminare il manto erboso di cui madre natura li ha dotati arrivando ad estremizzazioni, a nostro avviso aberranti, come le sopracciglia a nido di rondine frutto perverso dell’ideologia metrosexual.
51mmlra8jpl-_sx346_bo1204203200_Stéphane Rose un giornalista francese che si occupa di cinema e costume in un suo bellissimo libro intitolato “Défense du poil: contre la dictature de l’épilation intime” ha provato ad individuare quali possano essere state le ragioni di questo cambio di tendenza portando sul banco degli imputati, l’ideologia igienista che pervade la nostra società, l’industria del porno statunitense e naturalmente quella dell’epilazione che per meri motivi di profitto ha cercato di convincere l’umanità dell’esigenza della rasatura educandola a giudicare l’assenza di peli utile all’igiene personale, necessaria alla bellezza e al mantenimento della gioventù. Una marea di frottole para-eugenetiche che potrebbero aprire inquietanti scenari nel futuro.

Un fenomeno apparentemente semplice come la depilazione intima può fornire infiniti spunti che in questa sede purtroppo abbiamo appena lambito, in ogni caso ci sentiamo di sostenere la battaglia a favore del pelo condotta dalla De Robertis, e accodandoci all’opinione di Leo Salemi e Stéphane Rose – e tanti altri sostenitori del cespuglio che non abbiamo avuto modo si citare -lanciamo il nostro appello alle ciccebaffette affinchè ponderino con attenzione le loro scelte in fatto di epilazione intima non facendosi condizionare dai canoni estetici imposti dalla società dando così loro contezza che esiste una maggioranza silenziosa che non disprezza affatto quel bosco e senz’altro ancor meno qulla strada a cui alludeva una vecchia canzone di Gino Biechi… Vieni c’è una strada nel bosco, il suo nome conosco, vuoi conoscerlo tu…

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