Stile mustacchiuto in voga tra 18° e 19° secolo che prevede l’unione dei peli sopra labiali con le basette, per veri integralisti del mustacchio
Quando si parla di baffi si tende a fare spesso confusione soprattutto per quanto riguarda i vari stili al quale è possibile ispirarsi e soprattutto se si nominano le fedine, in molti tendono ad equivocare pensando subito agli anelli nuziali quando invece questo stesso vocabolo fino a qualche centinaio di anni fa, agli albori del del Regno d’Italia, disegnava un tipo di mustacchi che prevedeva l’unione di baffi e basette sacrificando mosca e pizzetto. Come ricorda Bruno Migliorini (Rovigo, 1896 – Firenze, 1975) nella sua Storia della lingua italiana (1960) il termine fedine il cui etimo deriva da fede, indicava un tipo particolare di baffi che imitava lo stile di Francesco Giuseppe I d’Austria (vedi foto sopra e in basso) che regnò sul neo riformato Impero austro-ungarico dal 1867 e sul Regno Lombardo Veneto fino al 1866, e i cui “fedeli” sudditi nei territori del Nord Italia omaggiavano issando lo stesso tipo di mustacchi. Anche i cosiddetti favoriti sono un altro termine che tende ad essere confuso con questo stile di baffi.Variante stilisticamente complicata da ottenere che comporta una crescita del complesso “barbabaffuto” di almeno 3 mesi e che prevede la rasatura totale del mento e della zona sub labiale e un’attenta modellazione delle basette che devono connettersi con i baffi. I meno irsuti incontreranno una certa difficoltà a disporre di questo genere di baffi dovendo probabilmente indugiare più volte con una rasatura a pelo e contropelo per stimolare adeguatamente la ricrescita dei bulbi piliferi laddove non siano sufficientemente folti.Fu probabilmente proprio Francesco Giuseppe a lanciare la moda di questi baffi in Europa, estremamente popolare nei ranghi dell’alta nobiltà come dimostrano ad esempio le folte fedine di un suo illustre e coevo collega, Alessandro II Romanov (Mosca, 29 aprile 1818 – San Pietroburgo, 13 marzo 1881) imperatore di Russia e duca di Finlandia (vedi foto sopra).Oltreoceano fu il generale nordista Ambrose Burnside (23 maggio 1824 – 13 settembre 1881) – nella foto sopra – politico ed eroe della guerra civile americana, a rendere popolare questo stile di mustacchi tanto che il suo nome è rimasto collegato proprio a questo tipo di taglio che a nostro avviso non deve essere confuso con il mutton chop che dalla stessa etimologia del termine inglese (chop costolette e mutton agnello o montone) richiama invece alle folte basette in voga nello stesso periodo della diffusione del burnside. Altri militari d’alto rango nel corso della guerra civile americana contribuirono a rendere popolare il burnside tra questi, i generali James Allen Hardie (vedi foto in basso), Christopher C. Augur e Hiram Berdan, il colonnello John Haskell King, gli ammiragli Stephen Bleecker Luce e Thomas O. Selfridge Jr. e il generale di brigata Samuel Sprigs Carroll.
Nello stesso periodo dalle nostre parti tra i patrioti risorgimentali il baffo di Francesco Giuseppe era in qualche maniera soggetto ad una sorta demonizzazione anche se Eugenio Agneni (Sutri, 26 gennaio 1816 – Frascati, 25 maggio 1879), uno dei padri fondatori dell’Italia, sembra essere stato l’eccezione che ha confermato la proverbiale la regola avendo portato questa variante di baffi nel corso della sua vita arricchendola con delle rigogliose basette com’è possibile notare nel busto commemorativo a lui dedicato nel complesso monumentale del parco del Gianicolo.
Celebri anche le fedine di Johan Strauss (Neubau, 25 ottobre 1825 – Vienna, 3 giugno 1899) compositore e direttore d’orchestra austriaco tra i più importanti musicisti di ogni epoca.
Più recentemente a mantenere viva la tradizione di questi mustacchi è stato il cantante e compositore britannico Lemmy Kilmister (Stoke-on-Trent, 24 dicembre 1945 – Los Angeles, 28 dicembre 2015) – nella foto in basso -, frontman dei Motorhead che nel corso della sua florida carriera ha alternato il burnside con il baffo a ferro di cavallo.
Anche l’attore statunitense Bill Murray (Evanston, 21 settembre 1950) – nella foto in basso – grande amante dei baffi soprattutto nei primi anni della sua carriera è stato recentemente immortalato con un canuto e rigoglio burnside.
Burnside nel cinema
Il mondo del cinema presenta una vasta gamma di burnside ad esempio recentemente sia Tyler Mane che Liev Schreiber interpretando Sabretooth (vedi foto in basso), il mutante nemesi dell’irsuto Wolwerine, in X-Men del 2000 e in X-Men le origini – Wolverine del 2009 si sono presentati sul grande schermo issando un folto burnside imitando lo stile baffuto del personaggio della Marvel.
Ne “La vera storia di Jack lo Squartatore” pellicola dei fratelli Hughes del 2001 Ian Richardson interpretando Sir Charles Warren ha foggiato il proprio complesso barbabaffuto con un rigoglioso Burnside.
Sean Connery – nella foto in basso – interpretando l’avventuriero Daniel Dravot ne L’uomo che volle farsi re pellicola del 1975 diretta dal regista John Huston, chiude il quadro di questa carrellata di fedine o burnside cinematografici.
Abbinamento al vestiario
Per preservare il codice dell’epoca e lo stato sociale dei portatori di questa tipologia di mustacchi sarebbe opportuno vestire abiti eleganti, o meglio da parata, in ogni caso un completo classico sarebbe l’ideale abbinato a questo genere di mustacchi. Anche lo stile steampunk potrebbe essere un’ottima via di mezzo alternando capi di vestiario ottocenteschi con scarpe da ginnastica moderne o stivali per dare un effetto fumettistico o cyberpunk a questo appariscente e anacronistico stile di baffi. Come per i baffi a ferro di cavallo anche l’alternativa rock/metal con giacche in pelle o jeans stivali western e cinture con vistose fibbie di ferro potrebbe essere un’interessante soluzione da proporre in abbinamento al questo complesso barbabaffuto.
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