L’asso dell’aviazione francese che beffò i tedeschi col suo scherzo esplosivo
Che la storia dei baffi sia per sua costituzione piena di colpi di scena e caratterizzata da quello scanzonato amore per il rischio è un dato di fatto difficilmente contestabile: sono molti infatti i personaggi del secolo scorso ad aver “vissuto pericolosamente” con la giusta incoscienza di chi, a 20 anni, vuole poter vivere tutto d’un fiato.
Vi sono molti esempi ma oggi vogliamo parlare di Roland Garros, insigne pioniere mustacchiuto dell’aviazione francese autore di una memorabile beffa baffuta in occasione dell’1 aprile.
Cercare di spiegare cosa portasse questi moderni cavalieri di ventura a rischiare la vita su mezzi fatiscenti, e minimamente paragonabili a quelli di oggi, resta tuttora un mistero. Ma se è vero che vola solo chi osa farlo, per un aviatore non può essere altrimenti.
Garros non fu da meno tanto da essere ricordato oltre che per le sue imprese belliche anche per essere stato il primo ad aver attraversato il Mediterraneo senza scalo, partendo da Fréjus in Francia per atterrare a Biserta in Tunisia nel 1913. Nel corso della giovinezza subisce come molti coetanei italiani, pensiamo ai futuristi al di qua delle alpi con cui sembri condividere molto a partire dai baffi, la fascinazione per lo sport e per la velocità praticando rugby, ciclismo e gare aeree nei primi anni ’10 del ‘900.
Lo scoppio della Grande Guerra non può certo trovare impreparato un personaggio del genere, fra i primi ad arruolarsi in sella del suo cavallo volante. Come molti, intuisce le potenzialità di poter spiare le linee nemiche dall’alto così come quale sia il segreto dell’imbattibilità tedesca nei cieli: i monoplani teutonici “Fokker” hanno sincronizzato lo sparo delle mitragliatrici con le eliche che consente per l’appunto di evitare queste ultime. Un bel vantaggio prontamente copiato e che ristabilisce un minimo di parità tra le forze dell’Intesa e quelle dell’Alleanza.
Ma tra duelli epici nei cieli ed abbattimenti spettacolari, il 1 aprile del 1915 volò dietro le linee nemiche per sganciare quella che agli occhi delle trincee apparì come una grossa bomba carica di esplosivo. Qui la beffa massima per gli avversari in trepidante attesa della deflagrazione e già pronti a fare la conta dei morti. Non vi fu invece nessuna esplosione ma solo la detonazione delle risate isteriche per lo scampato pericolo. Invece di una bomba inesplosa trovarono un pallone da calcio abilmente camuffato con inciso niente meno che “Pesce d’Aprile”.
La storiografia francese nei suoi soliti eccessi da “grandeur” lo riconosce come primo “Asso della caccia”. In molti puntualizzino che i suoi tre abbattimenti, a fronte dei cinque convenzionali, non bastino. Ma come si può essere così inclementi, di fronte all’ironia della sorte che dopo tanto scorrazzare nei cieli, ti fa abbattere alla vigilia del tuo compleanno (5 ottobre 1918) ed a poco più di un mese dalla fine del conflitto (finirà ufficialmente l’11 novembre 1918)?
I più attenti si saranno accorti dell’omonimia col più celebre torneo di tennis d’oltralpe, dedicato proprio alla sua memoria. Dibattano gli storici sui fatti ed i matematici sui numeri, per noi Roland è Asso senza ombra di dubbio, simbolo mustacchiuto di una jeunesse doreé che fa invidia alla moderna gioventù. Siamo certi che ancora oggi rida sotto i baffi nell’atto di terrorizzare il nemico con le sue intrepide volate aeree, perché così per i guerrieri come per gli aviatori, il cielo non è mai un limite ma l’obiettivo.
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