Baffi irlandesi: quando a Dublino era vietato avere mustacchi

kerns irlandesi Albert Durer 1521

In diversi editti cittadini i crommeal, i folti baffi della tradizione gaelica, erano proibiti per distinguere gli inglesi dagli autoctoni

Baffi irlandesi

Nel 1457 un editto emanato dal consiglio cittadino di Dublino sentenziava: “Le persone con barba sopra il mento (i baffi), i cavalieri irlandesi e loro cavalli non potranno trovarsi dentro le mura cittadine“. Questo divieto suona strano oggi non conoscendo la complicata storia irlandese. Con la bolla del 1167 il papa Adriano IV autorizzava il re inglese di origini normanne Enrico II, a sbarcare in Irlanda con un grande esercito. Costui si appropriò di vasti territori della costa orientale di quella che all’epoca veniva chiamata in latino Hibernia, riducendo sotto il suo controllo anche gli altri regni irlandesi che tuttavia conservarono sempre con fierezza parte della loro autonomia. Prima di morire Enrico II associò al trono d’Irlanda Giovanni d’Inghilterra che instaurò ufficialmente il controllo della corona inglese sui territori gaelici.

Guerrieri irlandesi

Negli anni successivi l’insorgenza gaelica portò ad un indebolimento del potentato inglese e anche la peste contribuì a spopolare le città conquistate dalla corona dando maggiore forza alle popolazioni autoctone che risentirono meno della piaga vivendo in piccoli villaggi sparsi sul territorio. Quando l’editto a cui accennavamo sopra veniva pubblicato, il potere inglese era in pieno declino ed era saldo solo nell’area di Dublino. Proprio per questo il governo inglese temeva gl’irlandesi sui territori conquistati e voleva che i coloni e i cittadini sotto la protezione del re d’Inghilterra fossero ben distinti dai locali che usavano sfoggiare dei folti baffi spioventi, denominati Crommeal, tratto caratteristico tipico dei guerrieri irlandesi, denominati Kern, e dei Gallowglass i combattenti gaelici di origini norvegesi popolari come mercenari in Scozia e nel resto d’Europa.

A Galway nel 1523 veniva pubblicato un altro editto cittadino “anti-baffi” nel quale si ordinava più esplicitamente: “Nessun uomo potrà essere considerato cittadino se non potrà parlare  inglese e non si raserà con regolarità settimanale i propri baffi“. Già nel 1447 il parlamento irlandese  del resto paragonava i cittadini inglesi che si facevano crescere i baffi, trascurando la rasatura, ai banditi irlandesi (denominati wood kerns o Cethern Coille) e specificava che “Nessun uomo che abbia la pretesa di essere cittadino inglese avrà peluria sopra le labbra che dovranno essere rasate da non più di due settimane“. I trasgressori perdevano la protezione della legge inglese e potevano essere arrestati, le loro proprietà potevano essere confiscate venendo considerati alla stregua dei nemici irlandesi. Insieme con i baffi era proibito il glibcúlán, un taglio di capelli caratteristico che lasciava la frangetta lunga rispetto al resto dello “scalpo” rasato (praticamente degli hipster ante litteram). Altro segno d’irlandesità fuorilegge era la tunica dipinta di giallo zafferano con cui gli autoctoni usavano coprirsi.

kerns irlandesi Albert Durer 1521Xilografia di Albrecht Durer che ritrae alcuni Kern mercenari con i tipici Crommeal e il taglio Glib.

Per concludere i baffi e la barba sono sempre stati un fenomeno di costume fondamentale nella storia del popolo irlandese e hanno rappresentato in passato una forma di ribellione ai dogmi degli inglesi (la Wilkinson non sembra andare molto in Irlanda…). Anche oggi da quelle parti non sono pochi i sodalizi che tramandano la cultura baffuta tra i quali l’Irish Beard & Moustache Association con cui presto speriamo d’intavolare una trattativa di gemellaggio per la nostra Accademia del Baffo romana. Buon San Patrizio a tutti.

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