Nasceva oggi a Pescara il vate d’Italia, uno dei baffi più caratteristici della storia del Paese
Oggi è Sabato e probabilmente diversi sodali baffuti già pregustano serate mondane e giostre alcoliche in compagnia di amici e compagni baffuti alla caccia di qualche cicciabaffetta magari… Tralasciamo tuttavia un’istante il pensiero dei bagordi per chinare il capo rispettosamente innanzi ad uno dei baffi più famosi, amati, odiati, invidiati, baciati, arricciati e appuntiti della storia, quelli di Gabriele d’Annunzio. Il Vate nasce a Pescara in una famiglia borghese il 12 Marzo 1863, dotato di un’intelligenza elevata rispetto ai coetanei non ebbe difficoltà quando, trasferitosi a Roma, dovette amalgamarsi con l’alta società della capitale. Qui pubblicò forse la sua opera di maggior pregio, Il Piacere, che gli diede grande fama a livello nazionale ed internazionale. Dopo una sosta intellettualmente prolifica a Napoli, si trasferì a Firenze dove conobbe l’attrice Eleonora Duse, sua amante e musa ispiratrice nonostante fosse sposato da anni con la duchessa Maria Hardouin. Dopo un periodo in Francia e rifiutò la cattedra di Pascoli all’Università di Bologna e decise di rigettare l’offerta per entrare a far parte dell’Accademia della Crusca dichiarandosi nemico degli onori universitari e delle università:”amo più le aperte spiagge che le chiuse scuole dalle quali vi auguro di liberarvi“. Proprio in questo periodo infervorato dall’idea del superuomo, inizia a posare nudo per le spiagge d’Italia, indossando solo i suoi baffi, piccoli, eleganti ed appuntiti e fregiati da un’inconfondibile e curatissimo pizzetto con mosca che nel loro complesso disegno sembravano racchiudere tutta l’essenza del pensiero d’Annunziano: eleganza ma anche audacia, rispetto e innovazione.
Alle soglie della prima guerra mondiale fu un fervente interventista, si arruolò ultracinquantenne facendo da spola tra i vari reparti e alzando il morale alle truppe.Nel Settembre del 1919 alla testa di una colonna di legionari, occupò la città di Fiume, non assegnata a fine guerra all’Italia nonostante le promesse fatte dai governi alleati, qui promulgherà la Carta del Carnaro, una carta dei diritti dei cittadini del Carnaro che prevedeva una serie d’importanti innovazioni tra le quali il suffragio universale per uomini e donne, le pensioni di invalidità, la depenalizzazione dei reati di omosessualità, la liberalizzazione della droga.Dopo il trattato di Rapallo, appoggiò il fascismo in ascesa cercando sempre però di rimanere autonomo, forse proprio per questo motivo non si iscrisse mai al PNF. Mussolini per evitare dissidi e forse per paura di essere adombrato da una figura così importante, lo ricoprì di onori, relegandolo nel Vittoriale, una sorta di prigione dorata. Si spense il primo Marzo del 1938, per una emorragia cerebrale, qualcuno avanzò l’ipotesi del suicidio visto la valenza centrale nella tradizione romana del primo Marzo.