In occasione dell’8 marzo festa del gentil sesso, il nostro portale vi propone una carrellata di celebri, pelosi volti femminili
“Donna baffuta sempre piaciuta”, un detto che ha origini profonde e con cui vogliamo inaugurare oggi la carrellata di irsuti volti femminili in occasione di questo 8 marzo 2016, giorno della donna; il nostro omaggio peloso al gentil sesso.
Eleanore Dumont Madame Moustache
Forse la figura più emblematica della rubrica odierna visto che questa signora è ricordata con il soprannome di Madame Moustache (“Signora Baffo”). Conosciuta con diversi nomi Eleanore Dumont (quello reale), Emiliene Dumont, Simone Jules o Sara Da Valliere fu una famosa giocatrice di carte statunitense di origini francesi. Figura estremamente rappresentativa di quell’incredibile periodo che fu la conquista del west. Arrivò a San Francisco nel 1850 diffondendo in giro la credenza che fosse originaria della Francia e discendente di un Visconte caduto in disgrazia dopo la sconfitta di Napoleone che per riparare le sue finanze la diede in sposa ad un ricco plenipotenziario che la maltrattava. Dopo che la Dumont ebbe un flirt con un luogotenente fu imprigionata dal marito prepotente ma riuscì a scappare trovando riparo in California. Sebbene la storia sia molto romantica è più probabile che la Dumont sia stata figlia di immigrati francesi di New Orleans. All’inizio i suoi baffi non erano ancora famosi quando iniziò a lavorare come cards dealer al Bella Union guadagnando una discreta fortuna al suo gioco preferito, 21 o Black Jack. Nel 1954 mise da parte una cospicua somma di denaro che le permise di aprire un proprio locale a Nevada City dove ebbe la licenza per il gioco d’azzardo e la vendita d’alcolici. Nonostante gli affari andassero bene passò per due storie d’amore sfortunate, prima con un editore del Nevada E.G. Waite e poi con un suo impiegato Lucky Dave Tobin. Le delusioni con i due uomini precipitarono nella depressione la donna che si diede all’alcool e decise di vendere l’attività. Negli anni successivi raccolse di nuovo una notevole somma giocando a carte muovendosi di città in città negli States e proprio in questo periodo iniziò a diffondersi il “mito” della “Moustache Madame”. Ancora il cuore trasse la valente giocatrice in errore quando si sposò con Jack McKnight, un cowboy con il quale comprò un ranch fuori da Carson City in Nevada. Pare che McKnight si approfittasse della Dumont e che arrivò a prosciugare il conto in banca della gambler dando in pegno tutti i suoi preziosi gioielli, fino a vendere anche il ranch comprato con la compagna. Secondo la leggenda diffusa ai tempi nel west, McKnight fu trovato morto con diversi colpi di fucile nel corpo ma lo sceriffo non investigò approfonditamente sulla faccenda.
Senza un soldo e provata dalla burrascosa storia con McKnight Madame Moustache iniziò a diventare una bevitrice accanita. Nel 1850 aveva perso tutto il suo charme e i baffi che prima coprivano gentilmente le sue labbra si fecero più folti e scuri del resto oggi è noto come l’alcool possa portare questo genere di disordini ormonali nelle donne. Iniziò a perdere spesso sul tavolo da gioco e quando a Bodie in California s’indebitò della notevola somma di 300 dollari prestati poco tempo prima da un amico, decise di farla finita ingerendo una fialetta di Morfina.
Annie Jones Esau Woman
Leggermente diversa la storia di Annie Jones conosciuta più popolarmente come Esau Woman (la donna Esau). Il suo soprannome è dovuto al personaggio biblico omonimo che secondo le sacre scritture nacque con una folta barba proprio come la Jones nata in Virginia il 14 luglio del 1865 e affetta da Irsutismo. All’epoca questa malattia era sconosciuta e considerata naturalmente fuori dal comune per una donna. Non ci volle molto perchè i genitori decisero di trarre beneficio monetario dalla disgraziata malattia della figlia e così la piccola Annie venne affidata alle attenzioni di P. T. Barnum un imprenditore che aveva messo insieme negli Stati Uniti forse il più famoso “serraglio” di freaks del mondo. Per la straordinaria cifra di 150 dollari a settimana la piccola Annie venne esposta al pubblico nel Museo Barnum di New York con l’appellativo di “piccola Esau”. Durante questo periodo Annie fu anche rapita da un frenologo che volle esporre privatamente l’irsuta fanciulletta. Presto il suo volto divenne popolare e la sua figura si diffuse in ogni angolo degli Stati Uniti.
La sua carriera durò 36 anni e oltre a lavorare per il “Greatest Show on Earth” di Barnum prestò la sua immagine ad altre gallerie di scherzi della natura. In età adulta si fece anche crescere i capelli che superarono presto il metro e ottanta di lunghezza. Nonostante il villoso viso la Jones si sposò due volte, prima con Richard Elliot, un banditore dello show con il quale rimase insieme per 14 anni e poi con William Donovan con il quale organizzò un tour in Europa dove Annie era l’attrazione principale e il Sig. Donovan presentava lo spettacolo. Quando dopo poco tempo inaspettatamente Donovan Morì Annie tornò da Barnum. Morì nel 1902 di tubercolosi a Brooklyn dopo essersi ammalata a seguito di una visita a sua madre.
Le storie precedenti sono tragicamente fantozziane per questo decidiamo di chiudere con una donna barbuta che invece ha vissuto una vita meno triste e che ha trovato l’amore diventando un personaggio televisivo molto popolare negli ultimi anni della sua carriera.
Percilla Lauther “la donna scimmia”
Come Mariangela di Fantozzi, la bimba bertuccia, la figlia dell’ingegner scimpazzetti o del cavalier gorilli interpretata dal mitico Plinio Fernando, Percilla Lauther era conosciuta negli Stati Uniti con il nome di Monkey Girl (ragazza scimmia).
A parte gli scherzi e i dovuti accostamenti alla grande commedia trash italiana (tanto per alleggerire l’argomento) La storia di Percilla Lauther Bejano ha origini in Porto Rico dove il 26 aprile del 1911 nella cittadina di Bayamon nacque da padre di origini spagnole e madre portoricana. Soffrendo d’ipertricosi e presentando una doppia fila di denti fu portata dalla famiglia a New York per cercare un rimedio alla sua malattia ma attratto dall’attenzione che la figlia attirava nella folla il padre decise di trarre profitto dalla situazione. Venne affidata all’impresario Karl. L. Lauther che assunse la piccola Percilla nel suo show. Il padre naturale morì a Gainesville in una sparatoria e così Lauther adottò la piccola Percilla.
L’impresario si rivelò un padre adottivo amorevole e cercò di difendere la figlia dalle offese del pubblico che usava
appellare Percilla come “monkey girl”.
Durante lo show Percilla si presentava con uno scimpanzé addestrato di nome Josephine. Mentre Percilla accoglieva gli ospiti con garbo Josephine fumava rozzamente sigarette e sputava per terra a rimarcara la profonda differenza tra i due esseri accomunati da un folto vello protettivo. Nel 1930 nel corso di uno show di Johnny J. Jones, Percilla conobbe Emmitt Bejano all’epoca famoso con l’appellativo di Emmitt the Alligator-Skinned Man (l’uomo alligatore). L’uomo affetto da una rara forma di ittiosi (malattia della pelle che rende il corpo squamoso) s’innamorò della barbuta Percilla e nacque una bella storia d’amore che oltrepassò le deformazioni fisiche e si trasformò presto in una profonda affinità elettiva.
Emmitt grazie alla sua pelle callosa e dura poteva stare per diverso tempo nell’acqua ghiacciata ma nei rapporti personali pare fosse affettuoso, gentile e compassionevole mentre Percilla a dispetto del suo aspetto “forastico” era elegante, ben educata e in possesso di una voce incantevole. I due si sposarono nel 1938 e dalla coppia nacque una figlia, Francine, che morì purtroppo pochi mesi dopo. La coppia di sposi più strana del mondo partecipò al Ringling Brothers shows e nel 1980 apparì anche insieme nel film Carny di Robert Kaylor con Jodie Foster e Gary Busey. In tarda età si ritirarono a vita privata nella loro casa di Ginston in Florida. Emmitt morì nel 1995 ma Percilla seguì la sua carriera e poco dopo la morte del consorte si rasò completamente per la prima volta nella sua vita apparendo spesso in diversi documentari del Jerry Springer show dove raccontò la storia del suo amore con Emmitt cantando la sua canzone preferita “It’s a Long Way to Tipperary”… Altro che la barbe e le femministe di oggi che rivendicano più diritti per le donne, Percilla fu un magistrale esempio di fedeltà e amore duraturo, una femmina autentica nell’animo nonostante l’aspetto fisico… Morì nel sonno nella sua casa di Ginston nel febbraio del 2001.
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