Le origini storiche di questo utensile d’antan per i veri cultori del tappetino subnasale
Si è avuto più volte modo di sottolineare il rimarchevole ruolo dei baffi e la loro peculiare importanza per i maschi adulti del passato più o meno recente quale “equipaggiamento” immancabile della loro immagine. Per curare i propri mustacchi non si badava a spese ed ecco allora comparire, soprattutto nell’alta società, una pletora di utensili dedicati al trattamento del tappetino subnasale: pettini, torci e arricciabaffi, cere e lozioni, forbicine, tazze e cucchiai parabaffi, guardie per baffi. Anche prima di coricarsi, i cultori più attenti, dedicavano speciali attenzioni alla cornice sopra labiale preservandone la compostezza con una sottile striscia di tessuto o retina che si agganciava dietro le orecchie o dietro la testa, per garantirsi un risveglio con i baffi in perfetta forma chiamato piegabaffi o stirabaffi.
Un singolare oggetto che pare abbia preso piede tra i nobili che frequentavano la corte reale di Luigi XIV. Sugli Essais historiques sur Paris (i fatti storici di Parigi) Germain-François Poullain de Saint-Foix, moschettiere dall’esperienza trentennale e storiografo dell’ordine del Santo Spirito, racconta che alla corte del Re Sole iniziò a svilupparsi l’uso della cera da baffi e del piegabaffi (bigotelle o bigotére in francese), visto che il sovrano, dall’età di 20 anni sino ai 50, curò un finissimo baffetto à la Royale leggermente arricciato sulle punte (come riporta lo stesso Gian Lorenzo Bernini che fu ospite alla corte del Re Sole e realizzò per lui un busto e una statua equestre) e i nobili imitarono presto la pelosa usanza. L’ennesima regola di bon ton nel già complessissimo rituale di corte, magistralmente architettato dal sovrano francese per tenere sotto scacco e lontano dagli intrighi di potere la nobiltà ormai troppo presa a curare meticolosamente il proprio aspetto esteriore per non perdere i favori del sovrano.
Dalla Francia la moda si diffuse rapidamente nel resto d’Europa e particolarmente in Inghilterra dove il piegabaffi (moustache snood in inglese), specialmente in età vittoriana, diventò immancabile corredo dei veri gentiluomini grazie anche al movimento dei Dandies che oltremanica ebbe un forte impatto sulla società.
Dall’Inghilterra rapidamente l’oggetto attraversò l’oceano e trovò anche una singolare applicazione negli Stati Uniti dove la retina piegabaffi era utilizzata non solo per motivi motivi estetici. Per questioni d’igiene il regolamento vittoriano dello stato di New York imponeva infatti a camerieri e bartender, insieme a retine per capelli, l’utilizzo di un piegabaffi per evitare spiacevoli inconvenienti pelosi. Il regolamente attualmente in vigore, sembra aver creato non pochi grattacapi ad alcuni locali trendy di Brooklyn impegnati a dotare di retina parabaffi, basette e barba i propri dipendenti baffuti fascinati dalle odierne mode Hipster.
Anche in Italia lo speciale utensile trovò il suo spazio nel corredo dell’alta società e presto si diffuse anche negli strati sociali meno abbienti come dimostrano alcune pubblicità commerciali di fine ‘800.
In questa sede vale la pena segnalare che il piegabaffi veniva utilizzato anche al risveglio e indossato pochi minuti la mattina per ritrovare la forma ideale prima di esibire il proprio mustacchio all’esterno della propria abitazione.
Franco Lorenzi, proprietario della compianta bottega Lorenzi di Via Montenapoleone a Milano, antico negozio specializzato nella rasatura e nella cura di barba e baffi, ci raccontò che fino ai primi degli anni ’90 sua moglie ricamava a mano dei pregiatissimi parabaffi di seta per una clientela sempre più ristretta ma comunque affezionata.
E’ probabile che rovistando in soffitta tra gli oggetti dei vostri avi possiate ritrovare qualche datato parabaffi che potrebbe tornarvi senz’altro utile in caso di risvegli mattutini repentini, il potere scultoreo del parabaffi notturno è infatti in parte vanificato dalla doccia mattutina e diventa un utile alleato quando non si ha tempo di lavarsi…
Si capisce perché in tempi in cui farsi il bagno tutte le mattine era un lusso riservato a pochissimi eletti, il piegabaffi abbia avuto un largo utilizzo…
Attualmente la Stern sembra essere l’unica azienda mondiale a produrre un piegabaffi notturno al prezzo di circa 20 euro.
Di seguito due celebri spezzoni cinematografici dove il piegabaffi trova una sua nobilitazione sul grande schermo. Nella prima parte del video alcuni minuti tratti da Merry-go-round del 1923 (Donne viennesi) di Rupert Julian e Erich Von Stroheim (non accreditato) dove il protagonista Conte Franz Maximillian Von Hohenegg (interpretato dall’ottimo baffone di Norman Kerry) si sveglia, esegue la toeletta mattutina e si veste mostrando l’utilizzo mattutino del piegabaffi sferrando un pugno al proprio servitore colpevole di non aver rimosso dal viso del nobile il prezioso utensile per l’acconciatura del mustacchio.
Nel secondo frammento tratto da Assassinio sull’Orient Express del 1974 diretto da Sidney Lumet, prima trasposizione cinematografica dell’omonima opera letteraria di Agatha Christie, l’irsuto detective Hercule Poirot (interpretato dal tappetino subnasale di Albert Finney) mostra la tenuta da notte degli uomini di un tempo presentandosi in vestaglia, retina per capelli e parabaffi, indispensabile strumento per mantenere intonsi anche nel sonno i riccioli del suo raffinatissimo manubrio.
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