La magnifica esperienza di rasatura del Presidente da uno dei barbieri più antichi della Capitale in Via dei Portoghesi 17 una delle strade più suggestive della città eterna
In un caldo pomeriggio primaverile abbiamo avuto l’onore di visitare Genco, storica ma al contempo innovativa, sala da barba di Roma. Consigliati dal sodale Luca, lasciamo la macchina sul Lungotevere e percorriamo la suggestiva Via dell’Orso tra palazzi medievali e resti delle antiche vestigia dell’impero romano per arrivare a Via dei Portoghesi. Qui si incrociano tre rioni, Ponte, Campo Marzio e Sant’Eustachio e la strada prende il nome dall’ospedale che dal 1300, anno della sua fondazione, ospitava i pellegrini del paese lusitano. Al suo posto oggi sorge la chiesa barocca di Sant’Antonio, luogo di culto cattolico della comunità portoghese a Roma. Al numero 17 c’è il nostro barbiere con la classica insegna incisa, subito accanto al civico 18, ha invece il suo studio Dante Mortet, altro artista che usa i suoi organi prensili per guadagnarsi il pane, scultore moderno tra i più celebri di Roma specializzato in calchi e riproduzione di mani.
Impresso sulla vetrina di Genco il nome dell’attività che, secondo Roberto (per gli amici Bobbo, colui che si è premurato di accoglierci incaricandosi di sbarbarci) deriverebbe da Il Padrino, il celebre romanzo di Mario Puzo dal quale è tratta l’altrettanto celebre trilogia cinematografica di Francis Ford Coppola. Nelle pagine dell’opera dello scrittore italo-americano la Genco Olive Oil Company è infatti la società per l’importazione dell’olio d’oliva italiano in America usata come copertura per i traffici illeciti della famiglia mafiosa dei Corleone. Inoltre il nome Genco deriverebbe anche dai fabbricanti di rasoi della GENEVA CUTLERY CO. nello stato di New York. Il padre di Roberto introdusse il figlio alla nobile arte della rasatura utilizzando per lo “svezzamento” della sua progenie proprio uno di questi prestigiosi “pezzi” d’oltreoceano di cui forse entrò in possesso durante l’occupazione della capitale da parte dell’esercito statunitense al termine del secondo conflitto mondiale.
Una scimmia nel logo del barbiere ricorda invece l’ubicazione del negozio posto proprio al di sotto dell’omonima torre medievale. Nella memoria popolare il fortilizio prende invece questo nome per un bizzarro fatto di cronaca che nella prima metà dell’ottocento vide uno di questi esotici primati prendere in ostaggio il figlio in fasce dell’allora custode della torre, portandolo, tra le grida dei passanti, fino alla sommità terrazzata della costruzione per poi lasciarlo miracolosamente incolume all’ultimo piano, rispondendo ligiamente al richiamo del proprietario (da allora sulla torre campeggia un’immagine votiva della Madonna con un lumicino perennemente acceso a ricordare la scampata tragedia).
Chiusa la trattazione “araldica” della faccenda, che smaschera impietosamente la nostra deformazione di storici, torniamo a raccontarvi del nostro amato barbitonsore. Nonostante Roberto fosse in passato il titolare di una ditta di costruzioni, da un paio di anni ha deciso di riprendere in mano l’attività di suo zio Silvano che proprio tra queste mura, dal 1952, svolgeva l’esercizio di barbiere avendo a sua volta ereditato il testimone, da un più antico barbitonsore che teneva aperta l’attività dal 1900. Prima ancora che peli e capelli iniziassero a cadere a pioggia e generazioni di avventori porgessero testa e mento alle sapienti mani dei tonsori che qui si sono succeduti, in questa bottega c’era un coronaro, fabbricante e venditore di oggetti sacri per i pellegrini, mestiere ormai destinato alla memoria dei libri.
Aria di storia dunque ma al contempo d’innovazione perché Roberto e il suo socio Arnaldo hanno deciso di prendere i migliori prodotti in circolazione (soprattutto americani e portoghesi) adattando l’utilizzo di eccellenze artigianali a seconda delle esigenze e delle tipologie di barba e della sensibilità della pelle degli avventori che vengono entrambe valutate attentamente a mano, in virtù del massaggio all’olio provenzale con essenza di ambra che solitamente segue l’applicazione di un profumatissimo tonico pre-barba al tè verde. Mentre uno swing americano anni ’20 in sottofondo strizza l’occhiolino all’atmosfera dei barbieri americani dei Mafia Movie, Roberto, che nel frattempo ci insapona il mento con un sapone da barba al sandalo fabbricato in esclusiva da un produttore artigianale di Pachino in Sicilia, ci ricorda il prezioso detto avo: “Barba ben insaponata è mezza fatta“.
Entrando nel negozio abbiamo incontrato di sfuggita un cliente spagnolo che indossava un Panama bianco certamente traviato dal successo de “La Grande Bellezza” e chiediamo al nostro Figaro delucidazioni sulla frequentazione internazionale del negozio: “Sicuramente la collocazione geografica aiuta, ma qui passano da tutte le parti del mondo, spagnoli per l’appunto ma anche americani, tedeschi… Tuttavia quelli che vengono di più sono nordeuropei, soprattutto norvegesi e olandesi“. Ricordiamo a Roberto che nonostante tutto l’Olanda ha una discreta tradizione di barbieri; laconico ci risponde: “Sì ma con il rasoio elettrico“, indicando il suo socio Arnaldo che proprio nello stesso momento sta rifinendo rigorosamente a forbice la barba di un altro fortunato cliente.
Mentre lo shavette con lametta giapponese falcia implacabilmente i peli della barba, accade un episodio alquanto curioso. Una ragazza francese entra nel negozio. Un piccione le ha appena scaricato il pranzo sui capelli. Gentilmente l’avvenente mademoiselle viene ripulita a dovere dal socio, che si dà da fare con acqua e phone mentre Roberto ammiccando, commenta lo sgradevole incidente con la ragazza: “Li abbiamo messi noi all’ingresso“. Del resto come ci spiega lo stesso Bobbo dopo che la fanciulla ha lasciato la sala profondendo sentiti ringraziamenti, da queste parti sono abituati alle visite del gentil sesso visto che alcune clienti hanno una speciale dispensa per venirsi a fare l’acconciatura qui…
I puristi del barbiere potrebbero storcere il naso ma a nostro avviso è proprio questo il punto di forza di questa sala da barba che mantiene saldi i legami con la tradizione aprendosi ai cambiamenti del nuovo millennio senza perdere la sua natura. Poco dopo infatti Roberto ci racconta una sua testosteronica esperienza da RazzleDazzle, barbiere di Miami nel quale si viene rasati da prosperose fanciulle in lingerie, e ammette con un cliente di voler creare un evento burlesque nel suo locale con qualche “sisona” a dondolare sull’antica trave di legno del locale (finalmente qualche sana sconcezza). Intanto anche la seconda passata è conclusa, i baffi vengono rifiniti con le forbici e uno splendido unguento al cocco ammorbidisce e profuma i miei compagni di avventura.
Per i peli orizzontali e rifinire perfettamente la rasatura Roberto usa una tecnica segreta che abbiamo promesso di non rivelare. Poco prima ci aveva spalmato una crema alla calendula, prodotta da due ragazzi hippie di Ibiza conosciuti proprio dal nostro Bobbo in uno dei suoi blitz nella perla delle Baleari. Dopo il panno freddo ad ultimare la rasatura un velo di talco lascia la nostra pelle liscia come la pelle della Madonna nella Pietà di Michelangelo. La spesa per un servizio del genere è davvero irrisoria considerando la qualità del servizio e la cura maniacale dei particolari. Una prova di barbieria encomiabile, almeno secondo l’opinione del sottoscritto che senza dubbio nel prossimo futuro non mancherà di visitare nuovamente Genco. Ultima nota di colore, a fine rasatura Roberto potrebbe chiedervi una foto da inserire nelle sue composizioni fotografiche su Facebook. Sorridete, non finirete nei registri della Digos…
Dove
Via dei Portoghesi, 17
Contatti
Tel: +39 06 686 9881
www.gencosaladabarba.com
Instagram: genco_sala_da_barba
Facebook: GENCO sala da barba
Orari
Lunedì dalle 15:00 alle 19:30
Martedì-Sabato dalle 9:00 alle 19:30
Domenica Chiuso.
Servizio
5 baffi su 5. Cura dei particolari, ottima attenzione al cliente, prodotti d’eccellenza, senza dubbio uno dei migliori barbieri di Roma.
Prezzo
3 su 5. Per un servizio del genere vale la pena pagare qualcosa in più, raramente siamo usciti da un barbiere così ben sbarbati e coccolati.
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