Con un bel baffo sul viso – magari a ferro di cavallo – il re della polemica televisiva già “Signore delle capre” potrebbe risultare ancora più corrosivo
Dopo Massimo Boldi e Valentino Rossi, la nostra rubrica Saranno Baffuti – sezione di questo Blog dedicata ai volti glabri di personaggi più o meno famosi che meritano di nobilitarsi con un augusto mustacchio – prosegue con un personaggio un po’ diverso rispetto ai precedenti. Non un comico, non un pilota ma bensì un incrocio tra un critico d’arte, un politico, un professore e un anchormen; un animale da talkshow, il vero re della polemica, l’unico e inimitabile – nel bene e nel male – Vittorio Sgarbi.
I suoi accesi dibattiti nell’arena televisiva, dai salotti della Rai a quelli di Mediaset, gli hanno fatto guadagnare notorietà a livello nazionale e internazionale, schiere di fan ma al contempo anche turme di detrattori che evidentemente non amano il suo colorito modo d’esprimersi – spesso urlato e dalle derive triviali – soprattutto quando la discussione si trasforma in agone verbale, fatto che è stato per l’ex deputato di Forza Italia nato a Ferrara l’8 maggio del 1952, motivo di grattacapi, esclusione da programmi televisivi e diverse denunce, l’ultima arrivata pochi giorni fa.
Il critico d’arte è stato infatti condannato venerdì scorso dal tribunale di Milano a causa di un aspro diverbio con i carabinieri e la sicurezza dell’Expo. All’inaugurazione della fiera lo scorso 22 maggio, Sgarbi si presentò all’ingresso “cargo 6″ dell’area espositiva, pare in ritardo e atteso allo Spazio Eataly per presentare la mostra curata da lui, ‘Tesoro d’Italia”. Indispettito dal fermo di controllo degli agenti e probabilmente stizzito dall’inesorabile scorrere delle lancette lo stesso Sgarbi avrebbe intimato all’autista di forzare volontariamente il blocco ed entrare all’interno dell’Expo non prima di aver vomitato una gragnuola d’insulti all’indirizzo degli addetti alla sicurezza. Per comprendere meglio il personaggio si potrebbe leggere la memoria difensiva dell’avvocato Giampaolo Cicconi che in quest’ultimo processo dell’Expo ha avuto da dire le seguenti parole che in qualche maniera aiutano a capire meglio la complessità del “fenomeno” Sgarbi: “E’ un maleducato, forse tra i più maleducati d’Italia, ma non è un violento e se viene portato alla calma, ragiona”
Al di là delle polemiche e dei presunti meriti – che leggendo la sua biografia non sono senz’altro pochi avendo ricoperto cariche estremamente importanti sia a livello istituzionale che accademico – Sgarbi è indubbiamente un mito per gli amanti della tv spazzatura potendo trasformare un noioso salotto televisivo in un’arena infuocata che dalle semplici provocazioni può trascendere addirittura nello scontro fisico. Mitologici i suoi faccia a faccia con D’Agostino e Alessandra Mussolini, entrambi venuti alle mani con lui. Ha da poco avuto anche un’ischemia cardiaca che alla soglia dei 65 anni non sembra aver tuttavia affievolito la sua vis polemica…
Recentemente Sgarbi si è guadagnato di nuovo l’attenzione delle cronache avendo preso di mira il personale di un aereo di linea Swiss Air colpevole – a suo dire – di averlo forzato ad una defecatio interruptis nella toilette del medesimo velivolo. L’episodio ha naturalmente mandato su tutte le furie il critico d’Arte che per tale ragione (come è possibile notare nel video subito in basso, nel quale vengono spiegati in maniera più estesa dallo stesso Sgarbi i motivi della lite) invita i passeggeri a boicottare la compagnia elvetica:
A proposito di baffi in qualità di “Signore delle Capre” suggeriamo a sgarbi di cambiare il suo look aggiungendo magari sul mento una lieve peluria in stile Alberto Sordi nella interpretazione del bisbetico professore di Bravissimo, da accompagnare magari con un bel baffo a ferro di cavallo o spiovente alla messicana per rendere ancora più piccante la sua vena critica. Interessante anche la variante che vede lo Sgarbone nazionale issare un irriverente baffetto a spazzolino, tipo di mustacchio che come ricordavamo in un nostro precedente articolo è ammantato da una pesante damnatio memoriae, ma che proprio Sgarbi da autentico bastian contrario potrebbe decidere di rilanciare. A quel punto con un paio di occhiali à la page, avendo già il taglio di capelli adatto, potrebbe essere tranquillamente annoverato nella schiera dei moderni hipster – questione che quasi certamente non dovrebbe mandare propriamente in brodo di giuggiole Sgarbi amante di uno stile solitamente classico -. Potrebbero adattarsi bene al suo viso anche dei robusti baffoni ottocenteschi, magari protesi verso l’esterno con l’aiuto di po’ di apposita cera, che conferirebbero al critico d’arte un’aura di rinnovata austeristà capace di intimorire o addirittura ridurre al silenzio gli avversari nelle contese verbali, lasciando a Sgarbi il pieno controllo della scena.Questa nostra operazione che prevede l’assunzione di baffi posticci da parte di personaggi notoriamente “sbaffato” e di apporgli sul volto con un fotomontaggio dei mustacchi di diversi stili e misurazioni, ricorda in qualche maniera alcune sperimentazioni del dadaismo alla maniera di Marcel Duchamp che nel 1919 riprodusse in serie la Gioconda con i baffi – opera intitolata L.H.O.O.Q. gioco di parole/rebus che pronunciato in francese suona come Elle a chaud au cul, “lei ha caldo al culo” (è eccitata) – dissacrante manifesto contro il conformismo in piena linea con i canoni dell’irrompente movimento dadaista. Un cosìddetto ready-made che a nostra volta abbiamo deciso di riproporre sfruttando un fotomontaggio pescato nel web che ritrae Sgarbi nei panni della Gioconda probabilmente sulla scia del recente spot boutade della Citroen che vede il critico d’arte partire dall’Italia con la nuova utilitaria della compagnia francese per riportare dal Louvre la Gioconda. Anche in questo nostro ready-made è stato inserito un oscuro gioco di parole che solo le menti più squisitamente irsute saranno in grado di risolvere…
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