Tratto caratteristico di comici e dittatori, questo tipo di mustacchio è oggi ammantato da una pesante damnatio memoriae ma potrebbe presto tornare in auge fortemente rivalutato dal movimento hipster
I baffi a spazzolino (toothbrush moustache in inglese, bigote cepillo in spagnolo, brosse à dents in francese e Fliege – mosca – o Quadratbärtchen in tedesco), sono una tipologia di baffi in voga nel primo quarantennio del 20° secolo. Una striscia di baffi di una lunghezza approssimativamente intorno ai 3 cm posta subito sotto al naso che prosegue fino al labbro superiore e che pare ebbe origini negli Stati Uniti nel periodo dell’industrializzazione in contrasto ai lussureggianti baffi a manubrio, a ferro di cavallo o all’imperiale (anche alla Kaiser) che invece spopolavano nello stesso periodo in Europa. Un tipo di mustacchi certamente semplice da gestire che non richiedeva particolare cura e pienamente in linea con l’introduzione dei nuovi standard lavorativi e gli orari imposti ai lavoratori dalla nascente industria.
Per conservare questo tipo di baffi basta infatti sfoltirli ai lati con regolarità e uniformare la rasatura al resto del viso lasciando questo francobollo di pelo intatto, aggiustandolo eventualmente con delle forbicine da baffi qualora i peli dovessero superare la linea del labbro superiore e provvedendo alla sua sistemazione con una semplice spazzolina da baffi dando uniformità alle escrescenze ribelli.
Sembra che il primo a rendere popolare questo tipo di mustacchi fu Charlie Chaplin che decise di adottarli per la sua maschera comica consentendo all’attore una libertà di espressione che un baffo più accennato avrebbe invece celato. La sua prima apparizione con baffi a spazzolino risale al 1914 nella pellicola muta Kid Auto Races at Venice (Charlot ingombrante in italiano) dove presentò al grande pubblico il personaggio del vagabondo o The Trump (Charlot in italiano) figura maldestra, che si sforzava di comportarsi con le buone maniere e la dignità di un gentiluomo, nonostante il suo status sociale e che guadagnò subito ampia popolarità a livello nazionale ed internazionale. Pochi anni dopo un altro celebre comico Oliver Hardy nel duo Laurel and Hardy (Stanlio e Olio) si fece crescere lo stesso tipo di baffi (Chaplin ne usava invece un paio posticci) per ampliare l’effetto comico del suo personaggio.
La svolta negativa per questo stile di mustacchi, fino ad allora appannaggio di figure di spicco dell’intrattenimento cinematografico, arrivò con Adolf Hitler, il cancelliere tedesco capo del nazismo tra i maggiori artefici del II° conflitto mondiale, che decise di adottare a sua volta lo spazzolino dopo che i suoi precedenti baffi a manubrio gli costarono settimane di infermeria a seguito di un attacco di gas iprite durante una controffensiva inglese della Iª guerra mondiale a Wervik in Belgio il 13 ottobre del 1918. All’epoca il giovane Hitler rimase temporaneamente intossicato e rischiò di perdere la vista dato che i suoi lussureggianti baffoni non gli consentirono di sigillare adeguatamente la maschera antigas in dotazione all’esercito tedesco. Da allora optò per la variante a spazzolino, più pratica in caso di attacchi con gas tossici e forse da cinefilo incallito, avendo una particolare predilezione per il cinema di Chaplin che in qualche maniera con l’interpretazione del vagabondo Charlot poteva ricordare nella sua memoria i primi anni da pittore mancato e sul lastrico (sulla dicotomia dei baffi di Hitler e Chaplin abbiamo già parlato in un nostro precedente articolo).
In questa sede ricordiamo che dopo la caduta del dittatore tedesco questo genere di baffi fu ammantato da una sorta di damnatio memoriae e scomparì quasi del tutto. Qualche anno dopo lo spazzolino divenne tuttavia il tratto caratteristico di un altro dittatore Rafael Leónidas Trujillo Molina, il militare domenicano che instaurò uno dei regimi più sanguinosi dell’America Latina nell’età contemporanea (si stima che sotto di lui oltre 50.000 persone tra oppositori politici, rivoltosi e vittime della propaganda anti-haitiana furono soppresse) e che dal 1930 – anno del colpo di stato e conseguente presa del potere – al 1961 – anno della sua uccisione per mano dei suoi oppositori politici – continuò a curare il suo spazzolino incurante della memoria negativa connessa a questo genere di baffi.
In tempi più recenti alcuni esponenti del movimento hipster hanno rivalutato questo stile di mustacchi e hanno iniziato a riportare in auge questo genere di mustacchi, alcuni dei quali li accompagnano anche con la tipica pettinatura del dittatore con la riga da un lato. Nel 2012 la Feral House Book casa editrice di Port Townsend nello stato di Washington (USA) ha anche dato alle stampe un libro intitolato Hipster Hitler scritto e illustrato da James Carr e Archana Kumar che sul sito www.hipsterhitler.com avevano dato vita ad una fortunata striscia illustrata con il dittatore nazista nei panni di un moderno hipster proposto con un paio di buffi occhialoni da vista e vestito alla moda, in piena linea con i dettami del nuovo fenomeno di costume e che ha già suscitato diverse critiche da parte della comunità ebraica statunitense.
Un’altra interpretazione comica dello spazzolino di Hitler ha fatto la sua comparsa nella brillante pellicola/documentario di David Wnendt, Lui è tornato (titolo originale tedesco Er ist wieder da) basato sull’omonimo bestseller satirico di Timur Vermes, dove il dittatore si reincarna nella Berlino dei giorni d’oggi e torna alla ribalta trasformandosi in un anchorman di successo di un noto programma satirico della tv tedesca.
Curiosa anche la trovata pubblicitaria della Hanes, nota marca di t-shirt degli Stati Uniti, che nel 2010 ha deciso di sponsorizzare la sua nuova maglietta che evita le pieghe sul colletto (il cosìddetto effetto Bacon Neck) ponendo nel suo spot un Michael Jordan protagonista con insolito baffetto a spazzolino che incrementa l’effetto comico del breve filmato pubblicitario (trovata che ha comunque portato alla Hanes una pesante granguola di critiche ma che ha al contempo contribuito a rendere ancora più popolare il lancio del nuovo prodotto sul mercato).
In ogni caso qualora si decida di adottare questo genere di baffi è del tutto sconsigliabile accompagnarlo con un look militare. Al bando dunque divise, accessori della IIª guerra mondiale e tinte camouflage, meglio optare per uno stile bohemienne abbinando magari il baffo con una pashmina di seta o un bel papillon sgargiante al centro della camicia (preferibilmente colorata, verde scuro, grigio e nero non sono ammessi), vestendo un bel cappotto lungo, magari un loden con un bel fiore all’occhiello che renda in maniera ancora più marcata l’effetto leggero/comico da associare a questo genere di baffi che potrebbe comunque attirare pesanti critiche se accompagnato ad un vestiario provocatorio e in casi particolarmente sfortunati potrebbe addirittura portare al linciaggio (tenersi dunque lontani da adunate politiche di sinistra, comizi partigiani e incontri della comunità ebraica).
©Copyright
Tutti i diritti sono riservati.
1 commento