Baffi patriottici: al Gianicolo gli eroi mustacchiuti della Repubblica Romana

Sfondo Patrioti Baffi

A pochi giorni dal 167° anniversario della presa della capitale da parte delle truppe francesi (1° luglio del 1849) BaffiaBuffo rende omaggio agli eroi che difesero l’onore tricolore nel primo esperimento d’unità d’Italia

Patrioti Baffuti muro

Correva l’anno 1849, i cannoni del generale francese Oudinot avevano da poco smesso di tuonare su Roma. Sul campo più di 3000 patrioti italiani e circa 2000 soldati francesi; Mazzini firmava la resa, Garibaldi si dirigeva verso Venezia assediata per continuare “la lotta contro lo straniero”, Pio IX era sulla via del ritorno dopo “l’esilio” di Gaeta. Si concludeva con questa sequenza d’episodi l’esperienza della Repubblica Romana che era durata dal 29 marzo al 1° luglio del 1849 e che aveva regalato a Roma e a vaste aree del centro Italia, allora dominio dello Stato della Chiesa, un primo esperimento d’Italia e una delle costituzioni più democratiche che l’Europa di quei tempi avesse mai visto e dalla quale presero poi spunto la maggior parte delle costituzioni moderne degli stati occidentali. A pochi giorni dal 167° anniversario di quella straordinaria parentesi che destò i cuori degli italiani unendoli per la prima volta sotto un’unica bandiera, BaffiaBuffo ha deciso di visitare per voi il Gianicolo, luogo simbolico della resistenza contro l’aggressione francese in quei giorni gloriosi. Una preziosa testimonianza sui patrioti baffuti che parteciparono alla difesa della Repubblica commemorati negli 83 busti disposti nella splendida camminata del Gianicolo che dal faro degli italiani d’Argentina passa dal monumento ad Anita Garibaldi a quello del Marito Giuseppe e arriva a porta San Pancrazio dove si erge la statua di Ciceruacchio di fronte alla cosiddetta casa di Michelangelo.

Giuseppe Garibaldi e gabbiano

Per non proporre un lungo e noioso elenco abbiamo selezionato per voi i baffoni a nostro avviso più interessanti lasciando da parte alcuni eminenti padri della patria dai barbigi meno folti e lussureggianti. Rimandiamo alla nostra pagina Facebook per la carrellata fotografica completa dei volti mustacchiuti del Gianicolo. In questa sede vi segnaliamo che su 83 busti di patrioti vi sono ben 18 baffi puri (senza mosche nè pizzetti per intenderci, il 21,68% circa) mentre in totale 55 presentano baffi accompagnati da mosche e pizzetti vari (il 66,26%). Solo 8 sono glabri: una donna, l’unica del complesso statuario, Colomba Porzi Antonietti e poi Gabriele Martucci della Spada, Paolo Narducci, Bruno Garibaldi, Gustavo Modena, Oreste Tiburzi, il Gen. Pietro Roselli e Alessandro Gavazzi che tuttavia sfoggiava dei floridissimi favoriti (circa l’8,43%). 12 le barbe pure (il 14,45%), poche considerando il barbone del condottiero Giuseppe Garibaldi immortalato a cavallo al centro del Gianicolo dallo scultore Emilio Gallori nel piazzale che porta il nome dell’eroe dei due mondi. I restanti busti sono ibridi “barbibaffuti” (sarebbe ingiusto a nostro avviso notare la predominanza di uno dei due aspetti in questi casi). Alla luce di questi dati possiamo dunque orgogliosamente ben dire che le basi dell’unità d’Italia furono costruite su solide fondamenta baffute, del resto carbonari e rivoluzionari, per reazione al glabro clero, usavano issare baffi, mosche, pizzetti vari, favoriti e barbe foltissime.

Mattia Montecchi
Il patriota italiano che più di tutti merita un menzione per i suoi vetusti mustacchi è senz’altro Mattia Montecchi. Membro della Costituente della Repubblica Romana della quale fu Ministro del Commercio e poi della Guerra. Al termine dell’esperienza repubblicana fuggì in Svizzera e poi a Londra. Fu eletto deputato alla Camera nel 1862 e morì nella capitale inglese durante un viaggio d’affari il 28 novembre del 1871. Fu carbonaro e massone. Il suo è un baffo alla Francesco Giuseppe davvero eccezionale con i favoriti a prolungare i già folti barbigi come si può ben apprezzare nella scultura di Emilio Dies a media altezza della passeggiata che dal faro degli italiani d’Argentina arriva a porta S. Pancrazio.
Mattia Montecchi

Tommaso Salvini
Uno dei più grandi attori teatrali di tutti i tempi, patriota e amico personale di Garibaldi. Fu encomiato dal generale Giuseppe Avezzana per il suo coraggio nella battaglia di Villa Pamphili durante l’assedio francese di Roma del 1849. Fu tra gli ispiratori di Kostantin Stanislavskij ideatore dell’omonimo stile di recitazione e portò il suo folto baffo italico in giro per il mondo facendo conoscere il nostro teatro e il nostro talento artistico al di fuori del suolo patrio. Morì a Firenze il 31 dicembre del 1915. Emozionano, quasi commuovono, i baffi a spiovente nel busto dello scultore Antonio Macoratti, collocato non molto distante rispetto al busto di Montecchi.
Tommaso Salvini

Giacinto Carini
Fu quasi un precursore delle mode Giacinto Carini, patriota italiano tra gli animatori della rivoluzione indipendentista siciliana del 1848, che issò nel corso della sua vita dei fiorenti e compostissimi baffi a piramide. Nella spedizione dei mille fu ferito gravemente nella battaglia di Porta Termini e Garibaldi lo ricompensò nominandolo ispettore generale della cavalleria. Dopo l’unità d’Italia fu deputato della destra storica per 5 legislature consecutive, morì a Roma il 16 gennaio del 1880. La sua statua (scolpita da G. Rosone) si trova poco prima di piazzale Garibaldi sul lato sinistro della passeggiata del Gianicolo (quello che affaccia sul belvedere di Roma).
Giacinto Carini
Maggiore Corrado Tommaso Crudeli
Baffi e mosca da competizione per Corrado Tommaso Crudeli patriota garibaldino di origini toscane che partecipò alla spedizione dei Mille nel 1860. Ferito nella battaglia al Faro di Messina venne ricompensato da Garibaldi con la medaglia d’argento al valor militare e la nomina a Maggiore del 77º Reggimento di fanteria. Dopo l’unità d’Italia fu Senatore a vita per ben 30 anni.
Maggiore Corrado Tommasi Crudeli

Stefano Turr
István Turr (conosciuto in Italia come Stefano Turr) fu un militare e politico ungherese che prese parte come Cacciatore delle Alpi nella spedizione dei Mille. Governatore di Napoli e Gran maestro del Grande Oriente Ungarico, il suo busto sul Gianicolo presenta un baffone degno della migliore tradizione mustacchiuta ungherese…
Stefano Turr

Bellissimo anche il baffo a manubrio di Carlo Bontemps
Carlo Bontemps
Qualche vandalo vigliacco, quasi certamente glabro, ha invece deturpato l’appuntito baffo del patriota Alarico Silvestri, volontario della legione Ricciotti Garibaldi che cadde nella battaglia di Domokos durante la guerra greco-turca.
Alarico Silvestri
Stesso destino per i poveri mustacchi e anche per il naso (entrambi vandalizzati) del busto di Augusto Valenziani, garibaldino della prima ora tra i pochi caduti dell’assalto alla breccia di Porta Pia.
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Gli ideatori di Super Mario Bros. potrebbero invece essersi ispirati al busto del patriota Giacinto Bruzzesi, eroe di guerra e garibaldino giramondo che, nella sua rappresentazione scultorea al Gianicolo, presenta tratti somatici e un mustacchio davvero simili al celebre personaggio dei videogiochi…
Giacinto Bruzzesi

Baffo in linea con gli altri patrioti ma basettone davvero fuori dal comune per Eugenio Agneni, che nella rappresentazione scultorea di Giovanni Prini presenta dei favoriti che a distanza potrebbero essere scambiati per due gonfie sacche scrotali di somaro pendenti dall’orecchio del patriota pittore, tra i difensori della Repubblica Romana…
Eugenio Agneni

Tu, che passi per il Gianicolo con gli occhi sul cellulare per un selfie sulla cornice di Roma o per il culo di una straniera, fermati!
Pensa ai patrioti che rischiarono la loro vita per Roma e per quel primo esperimento d’Italia.
Onora questi baffi che si riempirono di gloria nel pieno della mischia, in un’assalto alla baionetta e tra le pallottole degli invasori. Offri la tua attenzione a coloro che sacrificarono i loro peli intrisi di sangue scrivendo pagine memorabili nella storia della patria.

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